salute Papà Fa sempre notizia. Lo ha confermato il Vaticano Papa Francesco86 anni, ha a infezione polmonaremotivo per cui è stato accettato questo mercoledì in Jamili Hospital da Roma da sottoporre a Monitoraggio medico programmato.
Il Santo Padre è qui [el hospital] Gemelli del pomeriggio odierno per osservazione programmata”, richiamata dalla Santa Sede, Dal momento che hanno anche confermato che ha infezione polmonare
ha spiegato il pneumologo Oscar Rizzo, capo del pronto soccorso dell’ospedale Maria Ferrer Informazioni: L’infezione polmonare più comune nell’età di Pope è la polmonite, un rischio che aumenta con l’età. La polmonite all’età di 50 anni è diversa rispetto all’età di 70 o 80 anni. I rischi aumentano con l’età e ciò è dovuto principalmente all’invecchiamento dei meccanismi immunitari negli anziani”.
Sulle cure, Rizzo ha aggiunto: “Possono rispondere agli antibiotici e richiedere antibiotici per via endovenosa, soprattutto se ci sono fattori di rischio come l’ipossia o l’estensione della malattia. Ovviamente, il fatto che abbia avuto una precedente pneumonectomia significa che la sua capacità polmonare è leggermente ridotta”. meno della capacità di Qualcuno che non ne soffre, e anche questo presenta un rischio maggiore.
Ha aggiunto: “Finché rimane in una situazione stabile e riceve prontamente gli antibiotici, ci si può aspettare una risoluzione positiva dell’infezione fintanto che non si è diffusa nel sangue. Le infezioni che circolano nel sangue comportano un rischio molto più elevato. “
Da parte sua, la pneumologa Gabriela Tabaj (MN 107176), dell’Hospital del Torrax, il dott. Antonio A. infobae: “Normalmente quando si parla di ‘infezione polmonare’ si parla di polmonite, bisognerà valutare nel dettaglio la condizione, ma in alcuni casi la cosiddetta bronchiectasie Sono sequele a livello polmonare che rendono difficile l’eliminazione degli essudati con successiva infezione. In questi casi è frequente la polmonite, cosa che non accadrà con il papa.
Si stima, secondo i dati forniti da Tabaj, che ogni anno negli Stati Uniti tra i 4 e i 5 milioni di persone contraggano la polmonite, di cui circa 55mila muoiono: “Negli Stati Uniti la polmonite è, insieme all’influenza, l’ottava causa principale di morte”, ha aggiunto. È la principale causa di morte per infezione”.
Per la diagnosi in generale, “oltre all’esame clinico e fisico, è necessaria una radiografia o una TC del torace. In alcuni casi è integrata anche con esami del sangue e dell’espettorato. Tanto che la vaccinazione aureus pneumoniae è raccomandata per gli adulti di età superiore ai 65 anni o per le persone con malattie respiratorie o cardiache preesistenti”, ha affermato l’esperto.
Per quanto riguarda i sintomi, l’esperto ha indicato che: “I sintomi più comuni sono la tosse, che a volte può causare catarro giallastro o verdastro, febbre o brividi e difficoltà respiratorie. A volte può comparire un dolore toracico di tipo ‘punto laterale'”.
Tabaj ha spiegato online con il suo collega come è il trattamento: “L’inizio precoce della terapia antibiotica nei pazienti con polmonite è molto importante e dovrebbe essere assunto entro 4 ore dalla diagnosi, dati i bassi tassi di morbilità e mortalità, così come durante la degenza ospedaliera. sono divisi Gli adulti con polmonite sono stati divisi in diversi gruppi, a seconda del rischio maggiore o minore di sviluppare un complesso, cioè i fattori prognostici di gravità.
Ha aggiunto: “A questo scopo vengono utilizzate misure di gravità e la più utilizzata è l’indice di gravità della polmonite (PSI), in cui ogni gruppo di pazienti affetti da polmonite ha un trattamento diverso. I pazienti adulti con polmonite sono divisi in diversi gruppi, a seconda del rischio maggiore o minore di sviluppare un complesso, cioè i fattori prognostici di gravità.
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