L'esperienza di un cittadino italiano residente nel nostro Paese, questa rubrica per CIPER mette a confronto l'obiettivo dei suoi contributi in entrambi i sistemi.
Eel turbinio di idee sulle riforme del sistema pensionistico in Cile, a volte appare la solita tentazione di accontentare tutti; Sappiamo che questo è impossibile. Le pensioni basse per i lavoratori del paese non sono più un problema, ma almeno tre o quattro vanno di pari passo e devono affrontarlo insieme.
Sono tornato per alcuni mesi nel mio paese d'origine, l'Italia, da dove sono partito nel 2010 per stabilirmi e crescere una famiglia in Cile. Dopo il mio trasferimento ho continuato a collaborare con l'INPS fino al 2012, dopodiché sono diventato collaboratore dell'AFP. È già chiaro che non esiste un accordo bilaterale tra i due paesi su questo argomento (come hanno fatto gli Stati Uniti con altri paesi come l’Argentina), e tutte le distinzioni tra privato e pubblico sono imposte tra un’organizzazione e l’altra. .
Ad ogni modo, in questa rubrica vorrei condividere la mia esperienza personale con queste differenze. Con il mio attuale soggiorno in Italia, ho deciso di scoprire cosa è successo ai miei (circa) quattordici anni di contributi al sistema pensionistico (1998-2012). Dopo molte consultazioni, ho avuto una grande sorpresa: nel 1995, il sistema italiano ha subito silenziosamente un drastico aggiustamento, e tutti coloro che hanno iniziato a contribuire dopo l’ultimo giorno di quell’anno sono andati a capitale privato.
Oggi, quindi, il lavoratore italiano può entrare nel suo conto personale di risparmio previdenziale, vedere il capitale che ha risparmiato e simulare la sua futura pensione. E indovina un po’: le prospettive sono disastrose. Mentre nel vecchio sistema (prima del 1996) a ogni lavoratore venivano garantiti pagamenti per tredici anni di almeno 700 euro liquidi, con vent’anni di tasse mensili, quello che ora viene offerto è rigorosamente l’importo risparmiato più gli interessi, senza alcun livello aggiuntivo o minimo garantito.
Ad esempio, nel mio caso, con un capitale di 170.000 euro, dovrei andare in pensione nel 2053 (74 anni), con più di 600 euro al mese liquidi, a meno che non porti la somma accumulata (se posso) in Cile, uno dei paesi due paesi al mondo dove le pensioni non vengono tassate (immaginate se lo facessero).
Il paragone è che anche per quanto riguarda le pensioni le cose non vanno così bene da questa parte del mondo. Per tale motivo, Alcune delle proposte che circolano oggi nei dibattiti dei parlamentari cileni sembrano irrealistiche. Rispetto alla situazione europea, penso a tre miti consolidati che è ora di superare:
1. Anche le gemme capiscono che contribuire con il 10% del proprio stipendio ogni mese non è sufficiente. Si consideri che il vecchio sistema (EMPART) richiedeva il 21,93%; E nel sistema europeo la percentuale sale al 33% (10% a carico del lavoratore, il resto a carico del datore di lavoro). Ora, se chiediamo alle PMI cilene di destinare il 23% della retribuzione mensile di ciascun dipendente alla pensione, poche riusciranno a farlo.
2. Considerando quanto sopra, un aumento dei prezzi del 6% come quello proposto oggi dal governo di Gabriel Boric non è sufficiente. Non c'è alcuna proposta per creare una nuova società pubblica da gestire Il 3% va al “fondo generale”.», considerato che l'INP esiste già. In aggiunta a quanto sopra, forse a maggioranza, solo il 2% di tale aumento va al conto personale, un cambiamento che finora è stato misurato negativamente da alcuni studi.
3. La discussione attuale lascia fuori due elementi centrali che sono ora importanti in Europa. In primo luogo, un gran numero di lavoratori non contribuiscono, o lo fanno per alcuni anni; O non possono o non vogliono. Più di due milioni di persone in Cile oggi sottolineano questo punto Ottieni PGU. Se vogliamo pensioni migliori, è urgente che più cittadini abbiano un lavoro formale; Altrimenti il numero potrebbe aumentare. Il secondo elemento, ancora più urgente, è l’imbuto demografico: qui in Italia la popolazione non ha smesso di invecchiare dagli anni ’80, e da tre decenni vi è un tasso di natalità negativo. Ciò significa che tra trent’anni ci sarà un solo lavoratore per ogni pensionato, il che potrebbe paralizzare il sistema.
Come in passato in Europa, anche oggi il Cile ha una popolazione che invecchia. Entro il 2050, almeno il 30% della popolazione del paese avrà 65 anni o più e un terzo di quel gruppo avrà più di 80 anni. [OBSERVATORIO DEL ENVEJECIMIENTO UC-CONFUTURO 2023]. Oggi un Paese vecchio come l’Italia non ha futuro. Il futuro sono i giovani, noi siamo il presente e il passato.
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