Circa 2.000 tunisini in situazione irregolare sono stati espulsi dall’Italia nel 2020

Circa 2.000 tunisini in situazione irregolare sono stati espulsi dall’Italia nel 2020

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 luglio 2021 – 15:31

Tunisi, 14 luglio (EFE). – Le autorità italiane nel 2020 hanno espulso un totale di 1.997 migranti tunisini in situazione irregolare e 618 migranti durante i primi cinque mesi dell’anno, e lo hanno fatto senza rispettare il protocollo sanitario o la quarantena preventiva, oggi l’ONG Tunisian Forum for Economic and Social Rights denunciato (FTDES).

I cittadini tunisini hanno costituito circa il 60% delle espulsioni di massa effettuate dall’Italia – su un totale di 3.351 -, che non hanno impedito un rallentamento degli arrivi dal Maghreb: solo nella prima metà di luglio sono stati realizzati 1.276 migranti. Dall’altra parte del Mediterraneo, lo ha rivelato in una conferenza stampa il portavoce di questa associazione, Ramadan Ben Omar.

Ha sottolineato che questo aumento è dovuto al deterioramento della situazione sociale, economica e sanitaria del Paese, con uno dei peggiori tassi di infezione del continente che ha registrato nelle ultime 24 ore circa 8000 nuovi casi e 157 decessi. A ciò si aggiunge la mancanza di prospettive di lavoro, con il tasso di disoccupazione al 18%, dato che sale al 41% tra i giovani.

Secondo l’ultimo rapporto di questa organizzazione non governativa, più di 3.700 migranti – tra cui 702 minori – sono arrivati ​​sulle coste italiane dalla Tunisia durante il primo semestre, mentre 254 hanno perso la vita o sono scomparsi. Le autorità hanno invece intercettato più di 5.600 persone, il 42% delle quali a Sfax, la seconda città più grande.

Lo studio conferma una “nuova ondata migratoria”, con la crescente importanza della presenza di minori che costituiscono il 23% degli arrivi, che si spiega con l’insuccesso scolastico e il disagio economico familiare esacerbato dalla pandemia.

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In questo senso, l’FTDES ha espresso preoccupazione per il “preludio di un secondo trimestre difficile” in assenza di soluzioni alla crisi politica che trascina il Paese, caratterizzato dalla polarizzazione, e dalla tendenza al rialzo del Coronavirus, che lo scorso anno ha provocato un recessione. della sua economia il 9%.

Lo scorso maggio, la commissaria europea agli Interni, Ylva Johansson, e il ministro dell’Interno italiano Luciana Lamorgese, si sono recate nel Paese del Maghreb per negoziare aiuti economici con il governo in cambio di un rafforzamento del controllo dei suoi confini per un “lockdown”. Flussi di migranti dal Nord Africa.

Nonostante l’esecutivo tunisino abbia più volte annunciato il suo rifiuto di diventare una piattaforma per i migranti, la società civile teme che la sua fragilità economica la spinga ad accettare questo accordo migratorio.

Da quando è iniziata la transizione democratica nel 2011, dieci diversi governi si sono susseguiti e il Paese ha visto un assedio senza precedenti dopo che il parlamento ha approvato un rimpasto esecutivo alla fine di gennaio che il presidente si rifiuta di ufficializzare a causa del suo stallo con il primo ministro. ministro. EFE

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