L’economia italiana è stagnante da 15 anni

L’economia italiana è stagnante da 15 anni

Il ministro dell’Economia Pierpaolo Padoan ha riassunto in poche parole il male dell’Italia: “Sono quindici anni, dal 2001, che il Paese ha smesso di crescere”. Se ricordiamo che la grande crisi mondiale è iniziata solo sette anni dopo, e che continua ancora oggi nel Vecchio Continente, la profondità e la durata della fase peggiore del dopoguerra assume proporzioni così impressionanti da rendere il futuro incerto.

L’Italia fa paura perché in Europa si teme che la sua debolezza si diffonda al resto dei 28 Paesi Ue. E 500 milioni di persone, con effetti fatali dopo che la Gran Bretagna ha annunciato l’uscita dall’Unione Europea e la decisione di abbandonare la comunità economica e politica fondata nel 1957.

Gli industriali del più potente centro economico, Confindustria, vedono il futuro come cupo. Il suo centro studi prevede che, ai ritmi attuali, per tornare ai livelli del 2000, bisognerà aspettare altri undici o dodici anni. I leader del settore chiedono al governo un “patto di crescita e stabilità”.

“L’economia è più debole del previsto”, dice Confindustria. I conti sono stati aggiornati al ribasso. Tra quest’anno e il prossimo il Pil crescerà di poco più dell’1%.Anche se il governo ritiene che la situazione migliorerà leggermente.

Il debito pubblico ha superato il 132% del Pil e il pagamento degli interessi sui titoli si avvicina agli 80 miliardi di euro all’anno. Il credito bancario vacilla con una massa molto ampia di “prestiti in essere”, le banche sono sotto esame, i consumi non si riprendono e il risultato è un clima deflazionistico. In aumento solo le esportazioni, la disoccupazione resta stabile mentre lo stato sociale del dopoguerra è in declino. La sanità e l’assistenza sociale subiscono continui tagli, e i giovani sanno già che riceveranno pensioni modeste di cui godranno quando raggiungeranno i 70 anni nel prossimo decennio.

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aspetto. Virgina Raggi, sindaco di Roma, è stata messa sotto pressione dalle critiche rivolte alla sua amministrazione e dalla nomina di alcuni funzionari accusati di corruzione. /AP

Questo dipinto funge da specchio Uno scenario politico deprimente. Ora ci sono tre regioni in competizione per il potere. Il Partito Democratico al potere (composto da ex comunisti ed ex democristiani) ha un punteggio del 30,4%, ma è in calo. Al secondo posto c’è il movimento anti-establishment Cinque Stelle, guidato dal comico Beppe Grillo, con il 29,5%. Nella destra, guidata per vent’anni dal miliardario Silvio Berlusconi, regna la frammentazione. Il partito di Berlusconi ha perso potere e dieci milioni di voti. Oggi raggiunge appena il 13,6%. Sommando tutti i gruppi conservatori, nazionalisti ed estremisti in lotta tra loro, si arriva facilmente al 30%.

Ci sono due grandi sviluppi nella vita politica. Innanzitutto il caos assoluto che regna a Roma, dove langue il movimento di Beppe Grillo, che lo scorso giugno ha vinto le elezioni comunali con la giovane avvocatessa Virginia Raggi (38 anni) con il 67% dei voti.

Al secondo posto, La scena nazionale è turbolenta a causa delle proteste sociali Ma anche dalla possibilità che il premier Matteo Renzi perda il referendum costituzionale da lui stesso promosso per approvare riforme che prevedono un sistema quasi unicamerale. Il Senato non sarà eletto dal popolo ma con senatori scelti dalle regioni e da altre istituzioni. “Se perdo me ne vado”, ha minacciato Renzi. Non lo dice più perché i sondaggi d’opinione mostrano che coloro che rifiutano i cambiamenti da lui proposti probabilmente vinceranno. La sconfitta di Renzi porterà inevitabilmente a cambiamenti, ma soprattutto a maggiore instabilità.

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Un caos completo che fa muovere la testa di una bella ragazza Sendaka Virginia Raggi abbaglia gli italiani. Il movimento di Grillo si presentava come una forza anti-establishment composta da onesti, giovani e capaci, che prendevano le loro decisioni non nei consigli, ma votando sui computer in un partito limitato a Internet.

Roma era la “testa del mondo”; Ora è una capitale dove non si sa dove mettere cinquemila tonnellate di spazzatura al giorno, come pulirla, come riempire le buche nelle strade e i marciapiedi rotti. Non è certo colpa dei grillini. La città del vescovo del Papa è stata saccheggiata negli ultimi anni dalla mafia di destra e di centrosinistra, e i romani disgustati hanno reagito votando per il candidato del movimento antiregime, salito al potere a giugno, al grido di: “Onestà !”

Ma Raji affondò immediatamente. Sono bastati alcuni racconti e alcuni appuntamenti. Ha scoperto che lavorava nello studio legale di Cesare Previti, il ministro della difesa di Berlusconi, che è stato condannato dalla giustizia. La nuova guida segreta Sendaka Si trattava di Beremilio Sanmarco, che, insieme al fratello Alessandro, è stato difensore di Berlusconi, Prefiti e Marcello Dell’Utri, tutte figure punite dalla giustizia penale. Tra le nomine del sindaco figuravano funzionari associati ad amministrazioni di destra e gruppi associati a banditi che hanno derubato Roma del potere.

Da lì arriva Raffaele Marra, che fu manipolatore ufficiale di due personaggi di alto rango della destra fascista, Gianni Alemanno e Renata Polverini. L’amministratore Virginia Raji ha assunto Mara come consigliere e lo ha promosso alla carica di presidente del patrimonio municipale. Oggi piovono critiche su di lui all’interno dello stesso movimento grillino, soprattutto a partire dal settimanale lespresso È stato rivelato che Mara ha acquistato un appartamento di lusso con uno sconto di mezzo milione di euro dall’impresa edilizia rumena “Caesar”.

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L’elenco dei funzionari che nulla hanno a che fare con gli ideali del movimento grillino è lunghissimo, ma per lo scandalo basta un nome in più: quello di Paola Moraro, responsabile dell’impresa impossibile di ripulire Roma dalle montagne di spazzatura soffocante. La Moraro è una specialista, ma fa parlare di sé anche per i suoi legami con imprenditori accusati da anni di corruzione di funzionari. Dopo essere stata attaccata da diversi deputati di Grillo, la Raggi l’altro ieri ha chiamato in lacrime il comico genovese e gli ha detto: “Se non mi difendi mi dimetto adesso”. Contro il muro, Grillo ha scritto sul suo blog il suo pieno sostegno al sindaco della Virginia. Ma questa dichiarazione di fiducia forzata non risolve il caos generale che sta peggiorando. “Roma è stata abbandonata”, ha detto il Vaticano.

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