Hanno realizzato una giacca che rende chiunque invisibile: funziona così

Questo progetto è stato testato in diversi luoghi pubblici e affollati. (dall’Università del Maryland)

Un gruppo di studenti dell’Università del Maryland ha collaborato con Facebook AI per creare un indumento che sfida i sistemi di riconoscimento umano, in particolare le fotocamere che utilizzano l’intelligenza artificiale (AI).

Questa giacca non solo svolge la sua ben nota funzione di proteggere le persone dal freddo, ma è anche progettata per “nascondere” chi la indossa dalle telecamere AI, in particolare da quelle che utilizzano modelli di rilevamento avanzati.

Il progetto nasce con l’obiettivo di esplorare le vulnerabilità nei sistemi di machine learning, Ma il risultato è un capo che può servire a proteggere la privacy di milioni di persone.

L'abito inganna i modelli di apprendimento delle telecamere. (Foto: Università del Maryland)
L’abito inganna i modelli di apprendimento delle telecamere. (Foto: Università del Maryland)

Il team di studenti si è concentrato su modelli di intelligenza artificiale che utilizzano la visione artificiale per riconoscere le persone in una foto o in un video. Queste reti neurali sono addestrate a riconoscere modelli specifici che rappresentano un essere umano, come la forma della testa, delle spalle e del busto.

Ma, Questi modelli hanno anche dei punti deboli: quando incontrano modelli che sono in conflitto o confondono la loro formazione, potrebbero non riuscire a rilevarli. Nasce così l’idea di creare una giacca con fantasie studiate appositamente per “ingannare” questi modelli.

Invece di utilizzare modelli che imitano la silhouette umana, La giacca utilizza una serie di forme e colori opposti a quelli che il sistema associa agli esseri umani. La chiave, secondo gli sviluppatori, risiede in un design complesso che confonde l’algoritmo e gli fa ignorare l’esistenza dell’individuo che lo trasporta.

Chi lo indossa è diverso da chi non dispone di questa tecnologia. (Foto: Università del Maryland)
Chi lo indossa è diverso da chi non dispone di questa tecnologia. (Foto: Università del Maryland)

Durante i test effettuati, sono riusciti a rendere gli indumenti praticamente non rilevabili per il sistema YOLOv2, che è uno dei modelli più utilizzati per il riconoscimento di oggetti in immagini e video.

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Questo capo non è solo una conquista in termini di tecnologia e privacyma anche un progresso nel design. Realizzata in uno stile moderno e funzionale, offre un’estetica che si adatta agli ambienti urbani e outdoor.

Realizzato con fodera in microfibra impermeabile, offre comfort e protezione dal freddo e dalla pioggia, Perfetto per chi cerca un abbigliamento versatile per la stagione invernale.

Il design è simile all'abbigliamento molto popolare. (informazioni sull'immagine)
Il design è simile all’abbigliamento molto popolare. (informazioni sull’immagine)

Oltre al design accattivante, gli studenti hanno sottolineato l’importanza di mantenere i vestiti pratici e accessibili. La microfibra garantisce che chi lo indossa rimanga asciutto in condizioni di bagnatomentre il design moderno garantisce che la giacca possa essere indossata in svariati contesti, dall’ufficio all’outdoor.

La combinazione di funzionalità e stile rendono questo indumento una scelta accattivante non solo allo scopo di evitare di essere scopertima anche per il suo appeal come capo di moda.

La collaborazione tra Facebook AI e gli studenti dell’Università del Maryland riflette un crescente interesse nella società per le implicazioni etiche e sulla privacy derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale per la sorveglianza e il riconoscimento facciale.

Essendo in grado di analizzare qualsiasi volto, rappresenta un rischio di identità. (informazioni sull'immagine)
Essendo in grado di analizzare qualsiasi volto, rappresenta un rischio di identità. (informazioni sull’immagine)

Negli ultimi anni, le tecnologie di rilevamento sono state integrate nelle telecamere di sicurezza, nei social network e nei dispositivi intelligenti. Generare preoccupazione per la privacy e il tracciamento delle persone.

Questo progetto fa parte di una serie di indagini che cercano di “hackerare” i sistemi di riconoscimento per mitigarne i limiti e le vulnerabilità. L’obiettivo dei ricercatori non è incoraggiare l’uso di indumenti non rilevabili, ma evidenziare che l’intelligenza artificiale, sebbene utile, è ancora bacata e può essere manipolata.

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Da parte sua, il progetto cerca di favorire il dialogo sull’etica nell’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale, soprattutto in contesti pubblici e privati ​​dove il consenso di un individuo non è sempre esplicito.

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