giovedì, Settembre 19, 2024

L’Italia perde 2 miliardi di dollari a causa della pirateria audiovisiva – Economia

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La perdita annua di entrate per l’economia italiana è stimata in circa 2 miliardi di euro a causa della pirateria audiovisiva di film, serie/fiction e sport dal vivo, il che significa una perdita di PIL di circa 821 milioni di euro e una contrazione. In occupazione l’equivalente è di circa 11.200 unità.
Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi, le stime di potenziali danni economici ammontano a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).
I dati provengono da una ricerca sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2023 condotta da Ipsos per conto di Fapav, la federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali in Italia.
Tra gli adolescenti diminuiscono i casi di pirateria (45% contro 47% nel 2022 e 51% nel 2021), e diminuisce anche la pirateria in generale (20,7 milioni), registrando un -14% rispetto al 2022.
Tra i contenuti, continuano a resistere i film (34%), mentre diminuisce l’interesse tra i giovani per la pirateria di contenuti legati a sport in diretta, serie tv e fantasy.
La pirateria audio e video è un reato, lo sanno gli italiani? Per il 79% degli hacker è chiaro che si tratta di una pratica illegale o che costituisce un crimine. In particolare, il 47% degli italiani non è pienamente consapevole della gravità del fenomeno e degli effetti che questa pratica provoca, ad esempio, sul mercato del lavoro o nell’impoverimento della creatività e del talento, e lo spirito dell’industria audiovisiva italiana è culturale.
La ricerca condotta da Ipsos per conto di Fabaf è stata presentata a Roma, in occasione dell’evento “I Paesi pubblici per il contrasto alla pirateria tra legalità, sicurezza e intelligenza artificiale” organizzato dalla Federazione nella Sala Angiolilo di Palazzo Wedekind, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e dell’industria.
Tra i contenuti più piratati ci sono i film.
Per quanto riguarda lo sport dal vivo, nonostante i casi di pirateria si siano stabilizzati, gli eventi sono in aumento rispetto al 2021, ma in diminuzione rispetto al 2022, superando i 36 milioni. Nel 2023 si stima che andranno perduti 11,4 milioni di usi (+0,4 milioni rispetto al 2021), con danni economici globali pari a circa 285 milioni di euro.
Tra le diverse tipologie, la pirateria digitale è la principale modalità di fruizione dei contenuti piratati (37%), ma rispetto al 2022 è l’unica che diminuisce leggermente (40% nel 2021 e 39% nel 2022). La pirateria indiretta e la pirateria fisica rimangono stabili rispettivamente al 12% e al 9%. L’IPTV (Internet Protocol Television) è una delle modalità preferite da circa 11,8 milioni di italiani per accedere almeno una volta a contenuti piratati, seguita dallo streaming con il 18% e dai download con il 15%.
Nel 2023, il 39% degli italiani adulti ha commesso almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film, serie/fiction, software o sport dal vivo: 3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. In totale, si stima che si siano verificati circa 319 milioni di episodi di hacking, rispetto ai 345 milioni del 2022.
I pirati sono più concentrati tra gli under 35, prevalentemente occupati, con un livello di istruzione più elevato rispetto alla popolazione italiana (22% dei laureati), e geograficamente più concentrati nel Sud del Paese e nelle isole.

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