La Chiesa della Vergine Gisallo ha un aspetto molto strano. E non perché il corpo principale abbia una certa aria bizantina, dipinto di bianco con tre archi d’ingresso e affreschi, mentre il campanile è in pietra nuda e ha il tetto in ardesia, inconfondibilmente stile alpino. È per quello che c’è intorno alla struttura e soprattutto all’interno.
Nel 1948 papa Pio XII proclamò questa cappella sulle rive del Lago di Como, in Lombardia, sede del santo, patrono mondiale dei ciclisti. Da allora, migliaia di amanti della bicicletta si sono riversati a Port Ghisallo. Alcuni vanno ad onorare la Vergine… ma altri ammirano entrambi souvenir Cosa c’è dentro la chiesa?
Dal 1948 le biciclette lasciate dai campioni del ciclismo si accumulano sulle pareti della navata principale.
Ed è già dallo stesso anno 1948 che le bici lasciate dai campioni di quello sport iniziarono ad ammucchiarsi sulle pareti della targa principale. I primi a donare sono stati Fausto Coppi e Gino Bartali, le stelle più brillanti della storia del ciclismo in Italia. Sono stati seguiti da altri personaggi di rilievo come Felice Gimondi o Francesco Moser. Anche il campione dei campioni, il belga Eddie Merckx, ha lasciato lì una delle sue cavalcature.
Col tempo sono arrivate altre cose: ad esempio la bici su cui Fabio Casartelli è rimasto ucciso in una terribile caduta al Tour del 1995. Questo ciclista è nato nella vicina Como. Mentre le maglie dei vincitori di grandi corse si accumulavano, cartelli e immagini.. alla fine, il gruppo traboccava dal tempio e la Vergine sembrava non avere posto di fronte a così tanta fretta cinese. Così nel 2006 è stato aperto un museo del ciclismo nelle vicinanze, al quale continuo ad andare. Ma nella Basilica della Madonna di Gisallo alle sue pareti sono ancora appese biciclette leggendarie, tra cui quella di Alfonsina Strada, la prima donna a gareggiare in gare maschili all’inizio del ‘900, ottenendo grande notorietà.
Il porto del Ghisallo è agitato. Ci sono 9 chilometri di dislivello, oltre 500 metri di altezza. Il primo tempo è ininterrotto, poi arriva un falsopiano dove i ciclisti possono riprendere fiato per un po’, ma solo per affrontare le ultime salite, che portano al portone della chiesa. Questa particolare salita fu incorporata nel Giro de Lombardía nel 1919 per rafforzare il Test. Si dice che qualche giorno fa siano venuti dei ciclisti a chiedere alla Vergine di aiutarli nella competizione. È successo più di un secolo fa e il legame tra quel tempio e il mondo del ciclismo non ha smesso di crescere.
All’esterno della chiesa ci sono molti monumenti, busti e colonne commemorative. Particolarmente suggestiva è la scultura che riproduce due statue in bronzo raffiguranti un vincitore e un ciclista appena caduto, le due facce di questo sport impegnativo.
Il Museo del ciclismo È aperto tutti i giorni da marzo a novembre e nei mesi invernali l’orario è a causa dell’eventuale neve. Ha tre piani ed espone un’enorme collezione di maglie, bici, foto, cimeli… relativi alle principali competizioni. Di solito organizzano mostre temporanee, conferenze e proiezioni di libri e documentari. Inoltre, ha un bel negozio dove puoi trovare alcune cose che i fan vorranno, come la maglia del campione del mondo o del vincitore del Giro d’Italia.
La Chiesa della Madonna del Ghisallo e il Museo si trovano sulla sommità dell’omonimo porto appartenente al comune di Maggreglio. Logicamente, il modo migliore per arrivarci è divertirti sui pedali. Ma se non hai affari e sei solo interessato a viaggiare, allora sulla SS-36 da Milano ci sono circa 70 km che possono essere percorsi in circa un’ora e mezza a causa del contorto delle strade in quella regione montuosa della Lombardia.
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