Roma, aprile 30 (EFE).- La zanzara Anopheles saccharovii, un'altra specie associata alla diffusione della malaria prima che gli scienziati italiani la debellassero dall'Italia nel 1970, si trova nel sud del Paese, 50 anni dopo l'ultimo avvertimento. Lo ha riferito martedì l'Istituto superiore di sanità (ISS), escludendo una recidiva della malattia.
La zanzara è stata scoperta sulla costa salentina, tra le città pugliesi di Les e Otranto, a seguito di una ricerca congiunta dell'Iss, dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata e dell'Associazione sanitaria nazionale pubblicata su Parassiti. e la rivista Vector, ha spiegato la società.
Secondo l'Iss il dato “non deve mettere in guardia sul ritorno della malaria in Italia, poiché le condizioni socioeconomiche e sanitario-sanitarie del Paese sono certamente molto diverse da quelle del passato”.
“Inoltre, una specifica circolare ministeriale dà chiare indicazioni per il monitoraggio continuo dei casi umani di malaria importata e stabilisce gli interventi da effettuare sul territorio in presenza di casi autoctoni”, ha aggiunto.
L'Iss ha riconosciuto che “dopo la campagna antimalarica del dopoguerra questa zanzara era già considerata estinta”, quindi “la sorveglianza entomologica è molto importante e necessaria per prevenire il rischio di reintroduzione di questa malattia nel nostro Paese”.
Le ricerche sono iniziate nel 2018 in alcune aree storicamente endemiche per la malaria in Puglia e Basilicata e alla fine del 2022 “è stato scoperto nelle campagne un esemplare adulto identificato molecolarmente come Anopheles saccharovi, che ha sviluppato una crescita l'anno successivo. Esame entomologico per confermarne la presenza e osservare le fosse larvali”.
“Le larve di questa specie si trovano in aree naturali e protette, con scarso o nullo impatto antropico, suggerendo una sopravvivenza degli ultimi decenni e un popolamento lento a causa della bassa pressione delle attività umane e dell'assenza di pesticidi. Trattamenti per uso agricolo, oltre ai fattori climatici favorevoli”, spiega l’Iss.
La scoperta di questa zanzara “conferma la necessità di mantenere la vigilanza e rafforzare tutte le misure preventive, oltre alla sorveglianza entomologica per controllare l'anofelismo residuo, come già avviene per altre malattie trasmesse dalle zanzare come la dengue o il Nilo occidentale. L'Arbovirus Nazionale Programma di sorveglianza”, ha concluso l'agenzia. EFE
signor/pss
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